“La maggioranza degli agenti non ha entrate da ormai quasi un anno e una parte di essi ha perso il lavoro. Una situazione sempre più insostenibile”.
Attività ridotta del 95%, redditi in calo dell’80%, sostegni praticamente a zero (se si escludono le due tranches di 600 euro ricevute dall’Inps all’inizio della pandemia) questa, in sintesi, la fotografia di uno dei settori tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria, quello degli agenti del settore turistico.
L’attività di commerciale del turismo viene normalmente svolta da un agente o rappresentante di commercio (in limitati casi, anche da un procacciatore), con autonoma Partita Iva (ditta individuale o società) che, in forza di un mandato di agenzia (o di procacciamento), promuove e/o commercializza prodotti e/o servizi turistici, in nome e per conto di tour operator ed altre aziende del settore turismo (catene alberghiere, compagnie aeree, di navigazione, crociere, autonoleggi, sistemi di prenotazioni).
Sono circa mille in tutta Italia gli agenti del settore turistico e molti di essi sono piombati in una condizione che non è azzardato definire di indigenza e povertà.
“Il nostro reddito – spiega Bruno Normanno della Fiarc, l’associazione di categoria di Confesercenti – in tempi normali si aggirava in media fra i 30.000 e i 60.000 euro annui. Qualcuno di noi nel corso di questi mesi ha ricevuto qualche sostegno dalle aziende, a loro volta, però, in profonda crisi. Ma la maggioranza non ha entrate da ormai quasi un anno e una parte di essi ha, nel frattempo, perso il lavoro. Una situazione sempre più insostenibile. Le agenzie di viaggi e i tour operator hanno ricevuto sostegno da parte del governo sotto forma di ristori: ristori che a noi commerciali del turismo, nonostante apparteniamo alla stessa filiera della distribuzione turistica, non sono mai arrivati. Il criterio di comparazione adottato per i ristori, infatti, si è basato sul calo di fatturato del mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 e non ha tenuto conto che l’emissione di fatture per provvigioni quasi mai corrisponde all’effettivo mese di competenza delle stesse. Né possiamo usufruire delle protezioni che giustamente sono state indirizzate verso i lavoratori dipendenti, come la cassa integrazione”.
Questa è la drammatica situazione della categoria degli agenti del settore turistico. Occorre intervenire e occorre farlo subito.
Queste le proposte della categoria al Governo:
Immediata azione a sostegno della categoria, facendo riferimento ai mesi successivi alle prime azioni di ristoro già applicate per i mesi di marzo e aprile 2020: il criterio per calcolare le misure di sostegno dovrebbe essere quello di comparare i fatturati da maggio 2020 in avanti, rispetto all’anno precedente.
Abbattimento del minimale contributivo Inps, applicandolo tutt’al più in modo proporzionale al fatturato, per arginare la crisi della categoria.
Una qualche forma di sostegno economico a beneficio di chi ha subito la revoca o il mancato rinnovo del mandato di agenzia nel periodo compreso da marzo 2020 ad oggi.
“Si tratta – conclude Normanno – di misure indispensabili per aiutare nell’immediato la categoria: è ovvio, tuttavia, che la soluzione vera sta in una campagna vaccinale finalmente rapida e massiccia, in grado di riportarci tutti a una progressiva normalità di vita, di viaggi e di abitudini”.